Eravamo quattro amici al bar… ora siamo in cinquemila!

Da quattro amici che si incontravano al bar, fino a una manifestazione che ospita 5’000 persone sono passati vent’anni. In questo articolo proviamo a raccontarveli.

Correva l’anno 2004 e quattro giovani amici, Daniele, Mauro, Moreno e Sandro, tutti della terra di Vaglio, si ritrovavano spesso in occasione delle feste, che in Capriasca non mancavano di certo, o al bar del paese. Oltre al solito carnevale, in quegli anni erano state organizzate due manifestazioni di grande richiamo: il Teatro della Pieve proponeva delle recite all’aperto su antiche storie capriaschesi come la vicenda della Contessa Grassa, il Festival Irlandese portava migliaia di persone per le vie di Tesserete, che per qualche giorno si colorava di verde, musica, danze e birra. Erano gli anni della prima aggregazione tra i comuni e la gente si sentiva sempre più parte di uno stesso progetto. Per rinfrancare il senso di comunità era stata inventata una manifestazione che coinvolgeva i vari villaggi: il Palio delle Galline. Ma ai nostri quattro tutto questo non bastava, avevano la voglia, l’entusiasmo e l’incoscienza giovanile per inventare qualcosa di nuovo. Ci voleva però un tema e un luogo speciale ed ecco che Moreno lanciò l’idea: perché non portare la gente a Redde, dove erano appena terminati i lavori per il restauro della torre e dove si respirava la storia all’ombra delle sue mura centenarie? Detto, fatto: l’idea di organizzare lì una festa piacque subito a tutti e i quattro cominciarono i lavori per concretizzarla.

I primi passi non furono semplici. Alcuni abitanti di Vaglio non erano d’accordo di concedere l’utilizzo degli spazi, ma dopo un’animata assemblea ci fu il consenso e il “Gruppo la Torre” - così si chiamava allora la compagnia dei “soci” - poté finalmente mettersi all’opera. Vennero prese alcune decisioni fondamentali. Innanzitutto si decise di non far pagare l’entrata. Molte altre feste chiedevano soldi e si voleva invece realizzare qualcosa di popolare, dove potessero accedere senza problemi anche le famiglie. E poi sarebbe stato impossibile controllare la gente che arrivava nel bosco. Non si poteva comunque trascurare la parte finanziaria e allora venne l’idea di coniare moneta: s’inventarono i Redde, che si potevano acquistare alla Banca Raiffeisen di Tesserete, dove su un tabellone luminoso venivano indicate, analogamente alle monete vere, le oscillazioni del cambio. Si stabilì di creare un clima medievale con costumi, attrazioni varie, tanta musica e perfino la santa messa domenicale. Naturalmente nel Medioevo non c’erano i capannoni con i pali di ferro e i teli di plastica e allora si decise di realizzare tutte le costruzioni in legno, con il solo ausilio di corde e chiodi. Venne organizzato un trasporto con la carrozza trainata da cavalli. Anche la parte culinaria doveva ispirarsi a quel periodo storico e così si pensò ad alimenti tipici come la carne arrostita o i formaggio dell’alpe. Il grosso problema di Redde, che forse fu la causa della scomparsa del paese qualche centinaio d’anni fa, è sempre stato la mancanza d’acqua; per sopperire a questa difficoltà si organizzò di portare sul posto due cisterne da 5’000 litri l’una. Un’ultima preoccupazione fu quella del rispetto e della cura dell’ambiente: non dovevano esserci in giro automobili (come sarebbe stato possibile nel Medioevo?) e alla fine della manifestazione il bosco doveva risultare più pulito di prima.

Sabato 11 settembre 2004 i boschi di Vaglio accolsero parecchie centinaia di persone per la prima edizione della Festa di Redde. A predisporre la parte organizzativa vennero in aiuto una decina di associazioni locali, in particolare gli amici della Glenfleadh, il festival irlandese, e quelli del Palio delle Galline, che in quell’anno si svolse proprio durante la Festa di Redde ed ebbe come mossiere Marie Polli, la marciatrice di Cagiallo che qualche settimana prima aveva partecipato alle olimpiadi di Atene. La gara di corsa delle pennute non fu tuttavia apprezzata da un agguerrito gruppo di animalisti. Fu una giornata particolarmente intensa e alla sera gli organizzatori erano esausti per la mole di lavoro dovuta al gran numero di persone accorse. Purtroppo, o per fortuna, il giorno successivo il tempo si mise al brutto e la festa venne annullata: sarebbe stato impegnativo rimettere tutto in sesto dopo l’invasione del giorno precedente. La prima edizione fu comunque un grande successo: le attrazioni furono molto apprezzate, in special modo Evi, un’artista proveniente da Milano che maneggiava una pesantissima spada. Vennero distribuite un migliaio di porzioni di costine, 300 luganighette e 400 polli. Nei boschi di San Clemente era tornato il Medioevo.

Sull’onda della positiva esperienza, l’anno seguente venne proposta addirittura una settimana di manifestazioni. Il weekend di Redde fu preceduto da tre spettacoli serali svoltisi nei boschi: un momento musicale, una serata di racconti per bambini e un teatro, quest’ultimo poi annullato a causa del brutto tempo.

Le Feste di Redde avrebbero dovuto svolgersi anche nel 2006, ma furono annullate per rispetto verso la famiglia di Stefano, un giovane di Vaglio morto pochi giorni prima.

La terza edizione ebbe luogo nel 2007: fu l’occasione per inaugurare la zuppa, una minestra di carne e verdura servita nella pagnotta, e il “caffè dell’amicizia”, preparato nel paiolo al centro della “piazza”. In quell’anno si costituì l’associazione “Redde Vive” e si decise di organizzare le feste a cadenza biennale ripartendole su due fine settimana, così che se avesse fatto brutto tempo in uno, si sperava di poter recuperare con l’altro.

Nelle edizioni successive: si ricordano le storie raccontate nel bosco, i giri per bambini su cavalli e pony, i giochi medievali, il combattimento con i “Milites Cristi”, i canti e il mercatino; i concerti con una ventina di arpe suonate da ragazzi e i tornei di tiro alla fune.

Nel 2012 venne organizzata la cosiddetta “edizione light”, con quattro serate animate che si svolsero a Tesserete e non nella classica cornice dei boschi.

Per il settimo anno delle feste, il 2013, ricordiamo l’accampamento dove si potevano vedere gli uccelli rapaci, il tiro con l’ascia e quello con l’arco, il combattimento vichingo e i “Buffoni di Corte”: tre signori mascherati provenienti dalle Marche.

Dal 2015 vennero proposti i teatri con le marionette, concerti con la ghironda, combattimenti della Compagnia del Corvo Grigio e la degustazione dell’idromele, forse la bevanda alcolica più antica al mondo. In quell’anno nacque il progetto EcoRedde, con l’obiettivo di gestire i rifiuti in modo sostenibile, che introdusse poi il bicchiere riutilizzabile.

I maialini allo spiedo, i combattimenti dei crociati, il giullare e le danze caratterizzarono le giornate a partire del 2017. Intanto il comitato di “Redde Vive” cresceva con nuovi membri e nuove idee. Ne hanno fatto parte in quegli anni anche Gianluca, Roberto, Giorgio, Matteo, Claudio e Francesco.

Nel 2019, in occasione della decima edizione, i due sabati della festa furono preceduti da un mercoledì ai giardinetti di Tesserete, con animazioni pomeridiane per i bambini e concerti serali. Venne pure stampato e diffuso “Il Giornale di Redde”.

A causa dell’epidemia di Covid non ci fu l’edizione 2021, che slittò all’anno seguente, dove ottenne un successo clamoroso: grazie al tempo clemente il secondo sabato arrivarono a San Clemente quasi 5’000 persone. Eccoci pronti per l’edizione numero 12. La macchina organizzativa non ha perso le sue intenzioni originarie: si vuole offrire un momento di festa a tutti, in particolare alle famiglie, in un ambiente incantato, dove piccoli e grandi potranno ritrovare la magia del Medioevo. I partecipanti giungeranno a Redde camminando per 45 minuti nei boschi, e già così potranno gustarsi la pace della natura. Verranno accolti dalla baracca del cambio, dove ci si potrà rifornire della moneta in corso. Ma siccome vuole essere una giornata aperta a tutti, chi preferisce potrà portarsi il pranzo al sacco da casa e trascorrere la giornata senza spendere… un Redde. Dopo aver passato la cassa del cambio sarà come entrare nella macchina del tempo e fare un balzo indietro di qualche secolo: la gente vestirà con costumi medievali, i bambini avranno la spada di legno attaccata alla vita o si sfideranno in duelli, si potrà passeggiare in mezzo alle tende dove si incontreranno artisti, cucinieri, guerrieri, musicisti, giullari… senza telefonino.

Da vent’anni le feste di Redde caratterizzano l’autunno capriaschese e sono tanto più apprezzate in quanto vi regna sempre un clima di gioia e di serenità: non ci sono mai stati incidenti o problemi maggiori e la “sicurezza” viene ingaggiata solo per organizzare i posteggi. Quando poi la manifestazione, tutta condotta da volontari, produce degli utili, molti soldi vanno in beneficenza, per sostenere progetti locali come i lavori di ristrutturazione della chiesetta di San Clemente. Negli ultimi anni si è poi concretizzato il progetto del Reddebicco: l’associazione ha trovato la sua casa proprio a Vaglio, dove i campi d’Altano si incontrano col bosco di San Clemente, e qui ha costruito il magazzino in cui depositare il materiale.

Nonostante le fatiche accumulate nel ventennio l’entusiasmo degli organizzatori è ancora grande, anzi, nuove leve si sono aggiunte al nucleo dei primi quattro temerari iniziatori e portano avanti con intraprendenza la baracca. Il comitato di Redde Vive è oggi formato da Carlo, Fabiano, Giacomo, Federico, Daniele, Moreno, Lucio, Pierre e Sandro. Dei quattro moschettieri iniziali solo Mauro ha ceduto il posto, ma resta legato col cuore e collabora appena può. I giovani dei primi anni hanno messo su famiglia e coinvolgono mogli e figli sin dalla fase di preparazione. Già, perché i lavori nei boschi di San Clemente cominciano all’inizio di luglio: se passate da lì il mercoledì sera o la domenica vedrete grandi e piccoli intenti a lavorare di martello, piccone, motosega e mazza per allestire lo scenario.

Quella di “Redde Vive” è proprio una bella storia, vissuta dagli organizzatori con spirito di amicizia e collaborazione, trasmesso poi ai 200 e più volontari che prestano aiuto nei giorni della festa. Un’iniziativa che ha offerto, e che offrirà ancora, momenti sereni e indimenticabili.